Posted on by Alessandra Berardi

Il Laboratorio SASSI, visto dall’esterno, è architettonicamente “buffo”, il felice risultato di cambiamenti e divisioni di un palazzo che risale al XVIII secolo. Ha una porta su strada color verde salvia e all’interno uno spazio dove accolgo i clienti, un piano rialzato dove disegno e taglio, un soppalco dove nascondo il mio disordine e un meraviglioso bow-window esagonale con delle grandi finestre. Questo è il mio spazio preferito di tutto il laboratorio: c’è un tavolo da lavoro, troppo piccolo, ma perfetto per disegnare e ci sono le piante di cui amo circondarmi e che non sono mai abbastanza. A dare un tocco di vera classe, un sofà color pavone di inizio Novecento, ricordo della carismatica nonna scozzese. 

 

Laboratorio SASSI_bow window   Laboratorio SASSI_Piante   Laboratorio SASSI_Semi

 

Nel mio laboratorio ho la radio sempre accesa e c’è un profumo di un pot-pourri che non cambierò mai, perché sa proprio di buono ed è diventato ormai il profumo che associo al mio negozio.

Alle pareti sono appesi gli abiti della mia linea valorizzati da accessori unici creati da altri artigiani con cui collaboro. Adoro collaborare! Unire le teste per migliorare il risultato, scambiarsi input e darsi una mano quando occorre. Per questo motivo, una volta aperto il mio laboratorio in San Salvario, ho dato vita a Closet, un progetto basato su una mappa che segnala e mette in rete le numerose realtà artigianali e i negozi indipendenti che popolano il quartiere. 

Anche nella progettazione delle collezioni mi avvalgo di preziose collaborazioni: tutti i tessuti fantasia, infatti, sono stampati con dei pattern creati ad hoc da designer e grafici che in modo stimolante concretizzano le mie ispirazioni botaniche. 

E, vista la mia passione per il mondo botanico, cosa non poteva proprio mancare nel mio atelier? Semi da piantare! Così dalla scorsa primavera vendo anche semi di piante edibili, officinali e fiori di campo.

Laboratorio SASSI_Vetrina

Infine, c’è la mia piccola vetrina: quando scelgo come allestirla la immagino come fosse un termometro dei mie pensieri, un modo per esprimere quello che mi passa per la testa, capace di catturare l’attenzione di chi, passeggiando, è ancora in grado di osservare e non solo vedere ciò che lo circonda. Torino è una città da visitare con questo tipo di sguardo, perché è ricca di tesori che talvolta sembra custodire silenziosamente.

San Salvario, ad esempio, è il quartiere che ospita il mio laboratorio dal 2016 e, seppur adiacente al centro, non viene contemplato dai percorsi turistici canonici, ma è un piccolo universo a parte. Io lo vivo come fosse sia una “tana rassicurante”, sia uno sconcertante concentrato di culture e realtà diverse dalla mia. Vicino a me la piazza con il mercato rionale e i banchi dei contadini, nell’aria il profumo del forno e del kebab che si mescolano. Poco lontano una pasticceria e un negozio di fiori. Accanto una storica teleria della città, così piena di tessuti che sembra non avere pareti, e l’attualissimo Rrriot shop, il negozio di Yoanna un’amica e partner ufficiale delle pause caffè. Insomma, intorno a me un quartiere che amo perché ha tutto: alimentari multietnici e di prodotti sfusi, una chiesa, una moschea, una sinagoga, tanti atelier e negozi per lo shopping, locali che brulicano di vita alla sera, qualche matto inoffensivo, tanti cani e bimbi con i loro nonni. Tanta, caledoscopica vita.